Il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata
Nel luogo in cui oggi è l’attuale Santuario di S. Gabriele sorgeva un tempo un piccolo convento francescano che, secondo un’antica leggenda, pare sia stato edificato dallo stesso S. Francesco.
Ulderico Martelli asseriva di aver osservato nel 1892 una lapide ricavata dall’antica cisterna recante la scritta HUNC PRIMUM LAPIDEM POSUIT FRANCISCUS PAUPER A.D. MCCXVI, lapide da sempre introvabile e mai citata e descritta da altri.
Comunque nel 1229 il Convento già esisteva; (negli antichi cataloghi dei conventi veniva citato con i toponimi di “Vallis, Vallisiis o ad vallem).
Vi si tenne in quell’anno il primo capitolo provinciale, che vide l’elezione di Padre Serafino dell’Isola.
La sua storia è stata molto sofferta e travagliata, subendo più volte la soppressione: nel 1652 per intervento di Papa Innocenzo X, nel 1809 ad opera di Giuseppe Bonaparte, nel 1866 per decreto del nuovo governo italiano ed infine nel 1882.
È stato definitivamente riaperto nel 1894.
All’interno della nuova chiesa, sorta sulla demolizione dell’antico conventino francescano, si possono ammirare diverse opere d’arte: nell’abside una bella “Ascensione di S. Gabriele”, e ai due lati dell’altare maggiore un “S. Paolo della Croce” e una “Santa Margherita Alacoque”; sulla volta le quattro “Virtù Cardinali” del pittore romano Ugo Scaramucci.
Alla sinistra della porta d’ingresso si osserva un’“Addolorata”, e nella sala del tesoro un’“Immacolata”, del pittore romano Francisci.
Il chiostro inferiore del santuario presenta una serie di affreschi con scene della vita di S. Francesco, in parte appena liberate dall’inopportuno intonaco.
La nuovissima basilica, della lunghezza di 90 metri e della larghezza di 30, è una grandiosa struttura di cemento bianco e acciaio corten, capace di contenere fino a 10-12.000 persone.